Direzione regionale musei della Toscana

Arretina Vasa. Il riallestimento delle sale del Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate di Arezzo


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Gli Arretina vasa o vasi in terra sigillata aretina sono una produzione tipica dell’Arezzo romana, intorno all’epoca di Mecenate. Questa ceramica fine da mensa, caratterizzata da un colore rosso brillante e prodotta nella versione liscia oppure decorata a rilievo, in pochi anni ottenne un grandissimo successo e una diffusione commerciale straordinaria, raggiungendo tutte le province dell’impero e anche diverse regioni al di fuori di esso, compresa l’India. Spesso gli autori romani usavano l’espressione Arretina vasa intendendo “ceramica”, un po’ come quando si usa il termine commerciale scotch anziché nastro adesivo o jeep per un fuoristrada; questo testimonia la fama della produzione chiamata dagli archeologi terra sigillata aretina. Produttori e lavoranti si moltiplicarono e aprirono succursali presso i punti di imbarco e i ricchi mercati della Gallia e dei confini controllati militarmente, il che portò fama e ricchezza alla città di Arezzo.

Il nuovo allestimento delle sale con 29 vetrine e più di trecento straordinari reperti è stato presentato al pubblico e alla stampa da Massimo Osanna, Direttore generale Musei del Ministero della Cultura, Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana, Maria Gatto, Direttrice Museo archeologico nazionale di Arezzo e da Francesca Condò, Coordinatrice dell’unità operativa Allestimenti della Direzione generale Musei.

Le sale con un nuovo racconto museale sono state realizzate con un progetto sperimentale della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura in collaborazione con la Direzione regionale Musei della Toscana per offrire ai tanti pubblici che frequentano il museo, e non solo agli specialisti e agli studiosi, un percorso di visita con diversi itinerari storici e tematici personalizzabili. Un contributo Art bonus ha permesso di effettuare anche interventi conservativi e consentirà futuri interventi sui supporti, l’illuminazione e il restauro delle ceramiche in deposito.

Le centinaia di reperti selezionati raccontano una storia che parte alla nascita della città dei vasai per approdare alla produzione delle forme, agli usi e alla loro diffusione, alla fortuna della ceramica aretina, alle officine e al marchio e alla straordinaria iconografia delle figure che raccontano storie, miti, usi e costumi del tempo, sino al declino e alla fine dell’industria aretina e della produzione nelle province.

Innumerevoli le raffigurazioni delle divinità, degli episodi più celebri della mitologia, come la guerra di Troia, dell’eros con perfette corrispondenze con l’Ars amatoria di Ovidio e delle usanze più radicate come la vendemmia, la musica e la danza, il simposio, il gioco e la caccia.

Uno degli eroi più presenti è Ercole con la sua tipica leontè, che è anche il soggetto di un pezzo, un punzone della fabbrica di Rasinius, fra i più sensazionali dell’esposizione.

Ateius e la Terra Sigillata Italica”, il cortometraggio animato diretto da Pietro Galifi rivolto al pubblico più giovane in italiano e inglese, sottotitolato per il pubblico sordo o ipoudente, arricchisce le nuove sale insieme alle copie tattili di alcuni manufatti, esemplificativi dei vari tipi di ceramiche e utili a comprendere il processo produttivo, realizzate per l’accessibilità ai ciechi e agli ipovedenti e per la didattica.


Arezzo – Museo archeologico nazionale “Gaio Cilnio Mecenate”