Direzione regionale musei della Toscana

Chiusi (SI) – Museo nazionale Etrusco. Tornano a splendere i 23 reperti scultorei del portico, interamente visitabile dopo i lavori di pulitura.


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Chiusi - Museo nazionale Etrusco - Il lato destro del portico dopo i lavori

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Sono terminati i lavori di ripulitura dei reperti scultorei conservati nel portico del museo di Chiusi dopo quattro mesi di intenso lavoro eseguito dal tecnico restauratore della Direzione regionale musei della Toscana, Ada Cazzato, con l’ausilio del personale del museo e anche grazie ad attrezzature messe a disposizione dal Comune di Chiusi. L’intervento ha interessato tutti i 23 reperti esposti nel portico: capitelli, cippi, urne, iscrizioni e statue. Le sculture, a causa dell’esposizione in uno spazio semi-esterno, erano ormai coperte da polvere depositatasi nel tempo che, oltre a comprometterne l’aspetto estetico, rischiava di aggredire chimicamente la superficie dei materiali lapidei.

L’intervento è stato mirato principalmente alla rimozione degli strati di sporco superficiale: dopo l’eliminazione meccanica delle polveri sono state applicate soluzioni chimiche con impacchi o con pennelli per conseguire una pulizia più accurata anche nelle porosità della pietra. In alcuni casi sono state rimosse malte e vernici depositatesi sulle opere in seguito ai lavori eseguiti nel corso degli anni sulle strutture del portico. In particolare sulle sculture disposte lungo i suoi lati corti erano presenti delle tracce di vernice rossa colata al momento della colorazione delle soprastanti iscrizioni che commemorano la costruzione del portico a spese del nobile chiusino Pietro Nardi Dei e il suo restauro in seguito ai danni arrecati durante l’ultimo conflitto mondiale.

In questa fase si è agito solo con limitate operazioni di integrazione sui pesanti restauri storici effettuati da Angelo Galanti, ormai interessati da distacchi e abrasioni superficiali che meritano un’attenta analisi e lo studio di un intervento complessivo. I risultati del lavoro sin qui svolto sono comunque evidenti: le sculture e il portico nell’insieme hanno riacquistato la luminosità, l’armonia e il nitore che probabilmente dovevano trasmettere, unitamente al travertino impiegato nelle murature, nelle intenzioni originarie del progettista.

Il portico condensa in sé gran parte della storia del museo: il contributo dei donatori privati, la profonda radice civica, i gravi danni inflitti dalla guerra, i differenti criteri di allestimento. Essendo uno spazio osmotico, che rappresenta l’apertura del museo verso la città, e il suo punto d’ingresso, in periodo di emergenza Covid 19 ha riacquistato una sua centralità diventando anche luogo deputato agli incontri aperti al pubblico, presentazioni, conferenze, lezioni che qui si possono svolgere in maggiore sicurezza.

La sua sistemazione attuale ricalca, almeno per quanto riguarda le statue esposte nelle nicchie appositamente ricavate nel muro, quella dell’allestimento curato dal Galanti nel 1901, anno in cui il museo civico di Chiusi fu spostato dai locali di via Mecenate nella sede attuale realizzata su progetto dell’architetto senese Giuseppe Partini. Il portico del museo, coronato da un timpano e aperto sull’esterno da quattro colonne di stile dorico, fu realizzato grazie alla cospicua donazione di Pietro Nardi Dei, commemorato nell’iscrizione scolpita sul suo lato sinistro. Nelle nicchie furono collocate una statua marmorea di giovane nudo rinvenuta ai Forti nei pressi dei muri di un edificio termale romano e donata nel 1870 da Pietro Bonci Casuccini e altre cinque statue, anch’esse marmoree, donate da Giovanni Paolozzi, uno dei maggiori sostenitori del nuovo museo.

Le cinque statue facevano parte di un edifico di epoca tardo-repubblicana, oggi non più rintracciabile, noto come monumento della Gens Allia, venuto alla luce nel 1876 in prossimità della via Cassia, tra il Poggio San Paolo e la collina di Montevenere. Gli studiosi propendono, per lo più, nell’interpretarlo come un edicola funeraria sul cui fronte trovavano posto le statue dei membri della famiglia lì sepolti. Non si esclude però che potesse essere un piccolo sacello dedicato alle ninfe il cui culto è attestato da una lamina in bronzo con dedica rinvenuta in zona nell’Ottocento e oggi esposta nel museo.

La collocazione degli altri reperti esposti era forse in parte prevista già nel progetto originario, ma alcuni sono stati aggiunti sicuramente nel corso del tempo. Tra essi, oltre urne, cippi e un’iscrizione etruschi, capitelli e fusti di colonna romani, si trovavo numerose iscrizioni funerarie latine di età imperiale, alcune delle quali furono rinvenute, nel 1930, reimpiegate nella costruzione di una tomba longobarda.

Nell’insieme il portico conserva ancora l’aspetto dell’originaria organizzazione del museo caratterizzata dalla volontà di esporre il maggior numero possibile di reperti e per questo rimane una importante testimonianza dei criteri che avevano informato le prime esposizioni, precedenti alle modifiche apportate a partire dagli anni Novanta del secolo scorso e culminate nell’attuale allestimento del 2003.

Museo nazionale Etrusco – Chiusi (SI) 
Via Porsenna, 93  53043 Chiusi (SI) 
Tel. 0578 20177