Direzione regionale musei della Toscana

Portoferraio – Museo nazionale delle residenze Napoleoniche Villa S. Martino

Orari di Apertura e Biglietti
Apertura :

Martedì, giovedì, sabato, domenica e festivi ore 9.00 - 13.30 (ultimo ingresso  ore 13.00)
Mercoledì e venerdì ore 14.00 - 18.30 (ultimo ingresso ore 18.00).

Per i visitatori con disabilità e portatori di handicap accesso solo parziale alla Villa. Ci scusiamo per il disagio

Biglietti :

€ 5.00 Intero / € 2.00 Ridotto   
*N.B. Pagamento solo in contanti.

Presentarsi alla biglietteria del Museo almeno dieci minuti prima dell’inizio della visita
Riduzioni e gratuità secondo le norme di legge previste per i musei statali
 

La storia del museo della Villa di San Martino e le collezioni

Poco dopo il suo sbarco sull’isola, Napoleone acquistò alcune proprietà della famiglia Manganaro, a pochi chilometri dalla Palazzina dei Mulini, tra cui una rustica casa di campagna con l’intento di trasformarla in dimora confortevole e raffinata, che non avesse nulla da invidiare, per comodità e finiture, alle dimore parigine. I lavori procedettero alacremente e compresero l’ampliamento dell’edificio, la ristrutturazione del prospetto, con la sistemazione di un arioso giardino pensile prospiciente la rada di Portoferraio, e la decorazione degli interni, affidata al piemontese Antonio Vincenzo Revelli. In seguito alla fuga precipitosa dall’Elba ed al ben noto epilogo della vicenda napoleonica, Villa San Martino passò agli eredi dell’imperatore finché, nel 1856, fu acquistata dal nobile russo Anatolio Demidoff, grande collezionista d’arte e soprattutto ammiratore indefesso delle imprese di Napoleone. Demidoff non si limitò a risistemare la villa ma progettò anche di costruire un grande museo destinato ad accogliere i numerosi cimeli napoleonici raccolti; per questo commissionò la costruzione di una galleria che tuttora porta il suo nome.
La ricca collezione di stampe che si conserva in Museo è nata dalla fusione di due distinti nuclei: la raccolta Turini-De Micheli, acquistata dallo Stato nel 1985, e la raccolta Olschki, donata alla nazione da Aldo, il figlio di Leo Samuele Olschki, fondatore della prestigiosa casa editrice.
Il primo nucleo, riunito a Roma da Guglielmo Turini, è composto da 230 incisioni di storia napoleonica e da 12 piatti, decorati con immagini dell’iconografia napoleonica, e comprende incisioni, litografie e acqueforti. Numerosi sono i ritratti di Napoleone, in veste di generale ed imperatore e dei suoi familiari, in particolare della bella consorte Giuseppina; non mancano alcune insolite scene della vita privata in cui il grande uomo politico è colto a giocare con il figlio. Numerosi  i ritratti degli ufficiali della Grande Armée e delle principali battaglie, ma vi sono anche molte immagini aneddotiche e satiriche, provenienti dai paesi della coalizione anti-napoleonica, in cui il generale viene duramente attaccato e deriso.


Il percorso di visita e le collezioni
1. Anticamera dei generali
2. Camera del generale Drouot
3. Camera del maresciallo Bertrand
4. Stanza del “Nodo d’Amore”
5. Camera da letto di Napoleone
6. Vestibolo
7. Studio di Napoleone
8. Sala Egizia

La “casa rustica” era organizzata su due livelli, con al piano terreno i modesti locali destinati alla servitù e il cosiddetto Bagno di Paolina, decorato dal piemontese Antonio Vincenzo Revelli, il pittore ufficiale delle residenze elbane. Al centro della stanza è posta una vasca in marmo su cui è scolpito il motto “Qui odit veritatem odit lucem” il cui significato trova spiegazione nei dipinti delle pareti dove è raffigurato il buio della notte in opposizione alla viva luce del sole, sinonimo della verità.
L’appartamento di Napoleone e dei fidi collaboratori Bertrand e Drouot, occupa il primo piano e comprende sette stanze, comunicanti tra loro, costruite intorno al salone centrale. Oltrepassata la semplice Anticamera dei generali, decorata alle pareti da semplici motivi floreali, si apre la Camera del maresciallo Bertrand, decorata in “trompe l’oeil” con colonne scanalate e soffitto a finto cassettonato, ed arredata con mobili d’epoca.
Segue il Salotto del maresciallo Bertrand, in origine la camera del generale Drouot, decorato con semplici specchiature incorniciate e soffitto a finto cassettonato. L’unica stanza con accesso al salone centrale è la Camera del Consiglio; completamente decorata, è detta anche del Nodo d’amore, dal tenero tema raffigurato al centro del soffitto, in cui Revelli dipinge un grande velario rosa, teso sull’azzurro del cielo, con un’apertura centrale in cui volano due colombe che reggono nel becco un nastro annodato che si sta sciogliendo. Il riferimento era, chiaramente, alla separazione forzata di Napoleone dalla consorte Maria Luisa. Nella Camera da letto di Napoleone ritroviamo le pitture parietali imitanti dei tendaggi ed il soffitto dipinto a finto cassettoni, in cui si alternano le api napoleoniche e l’insegna della Legion d’Honneur.
A seguire si accede allo Studio di Napoleone, decorato da ampie specchiature gialle racchiuse da cornici architettoniche, che in origine accoglieva la biblioteca privata dell’imperatore, trasportata a Parigi dopo la partenza dall’isola; attigua è l’Anticamera in cui si trova un’interessante stampa, commissionata da Demidoff nel 1862, con una veduta della villa.
Fulcro dell’abitazione è la Sala Egizia, le cui pareti sono decorate in “trompe l’oeil” con scene di carattere esotico, scandite da colonne papiriformi ed architravi dipinte con geroglifici, che richiamano le fortunate imprese di Napoleone in Egitto. Al centro della sala è posta una vasca ottagonale, destinata ai giochi d’acqua, in corrispondenza della quale sul soffitto è dipinto lo zodiaco, l’arbitro dei destini umani. I recenti restauri hanno dimostrato la presenza di decorazioni precedenti, forse ricoperte subito dopo la partenza di Napoleone.