Arezzo – Museo archeologico nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” – Percorrendo l’antichità 2018-2019 – III edizione “Villa Adriana: riflessioni sull’architettura del Canopo”

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Sabato 16 marzo 2019 alle 16.30 la rassegna “Percorrendo l’Antichità” prosegue con l’incontro “Villa Adriana: riflessioni sull’architettura del Canopo” a cura dell’architetto Stefano Gizzi, dirigente del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che presenta alcune nuove riflessioni sulla sistemazione del Canopo a Villa Adriana, un complesso che forse più di altri vede uno strettissimo connubio fra elementi architettonici e scultorei nella soluzione compositiva del padiglione.
Gli scavi nella zona antistante al c.d. Serapeo, che portarono alla scoperta della vasca/canale e del celebre ciclo di statue, misero in luce anche una serie di elementi architettonici in base ai quali Salvatore Aurigemma, Roberto Vighi e Furio Fasolo effettuarono alla metà degli anni Cinquanta una parziale anastilosi, una ricostruzione ottenuta mediante la ricomposizione, con i pezzi originali delle antiche strutture, visibile ancora oggi. La sistemazione, trova la sua corrispondenza in quella del tempio di Adriano ad Efeso effettuata da F. Miltner e K.H. Göschl nei medesimi anni (1956-’58), con i quali gli autori dell’anastilosi di Villa Adriana erano peraltro in contatto.
Il sistema architettonico riproposto, con le arcate ‘siriache’ e l’alternanza di tratti di trabeazione curvi e rettilinei, è stato definito, da Vighi e Dal Maso, come “il massimo esempio dell’architettura specchiata di Villa Adriana” e rappresenta oggi l’immagine più nota della Villa. Alcune evidenti ‘non corrispondenze’ nei raggi di curvatura, nelle dimensioni degli intercolumni e nella terminazione alle due estremità, che divergono in maniera palese rispetto all’insieme, potrebbero far pensare ad una errata ricostruzione o ad una sistemazione di epoca successiva, in considerazione del fatto che la soluzione architettonica adottata prosegue per tutto il periodo tardo-imperiale. Sappiamo che la Villa fu frequentata continuativamente fino ai Severi e che in particolare Caracalla amava risiedere nella dimora tiburtina, come conferma il notevole numero di ritratti che vi sono stati rinvenuti.
La predilezione per elementi mistilinei retti e curvi, tipica dell’età adrianea, ben documentata nella residenza tiburtina, dal Teatro Marittimo a Piazza d’Oro, dalle Piccole Terme all’Accademia, include anche l’arco siriaco, testimoniato ad esempio – oltre che nella fronte del tempio di Adriano ad Efeso – nell’acquedotto fatto costruire da Adriano presso Atene, ora scomparso, ma visibile in raffigurazioni pittoriche settecentesche.
Gli elementi dubbi dell’attuale sistemazione del Canopo riguardano anche altri aspetti, dalla ricollocazione delle trabeazioni ancora a terra a quella delle statue intorno allo specchio d’acqua, dalla predisposizione di basi e supporti per l’arredo scultoreo all’interno della vasca al rapporto fra il colonnato a fusto liscio con quello a fusto scanalato, alla sistemazione a verde dell’area.
Partendo dall’assunto che il padiglione fosse un insieme unitario di architettura, scultura, siepi e pergolati, sarà tentata una nuova interpretazione dell’intero sistema.
Stefano Gizzi, dirigente architetto del MiBAC, ha lavorato presso Villa Adriana dal 1996 al 2002. Ha, successivamente, svolto funzioni dirigenziali come Soprintendente in Sardegna (dal 2002 al 2008), in Campania (dal 2008 al 2012), in Calabria (ad interim, nel 2009), nelle Marche (dal 2012 al 2014), rivestendo anche l’interim di Direttore Regionale nel 2014, in Umbria (nel 2015), ed è stato Segretario Regionale in Abruzzo dal 2016 a settembre 2017. Ha poi ottenuto la Direzione ad interim della Soprintendenza del Lazio Meridionale e della Provincia di Rieti. È stato docente a contratto presso le Università dell’Aquila, Sassari (Alghero), Napoli, Viterbo e Bologna, sede di Ravenna. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui “Per una rilettura della storia dei restauri di Villa Adriana dal 1841 al 1990” n Bollettino d’Arte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, n. 109-110, luglio-dicembre 1999, pp. 1-76.
La rassegna “Percorrendo l’Antichità” offre alla comunità degli appassionati di archeologia e di storia antica e ai curiosi di ogni età, anche alla prima esperienza, un’occasione di scoperta e approfondimento del mondo antico attraverso incontri con esperti di varie discipline che presenteranno gli ultimi studi, i risultati delle ultime ricerche e le preziose testimonianze consolidate nei diversi percorsi professionali, per condividere con il pubblico un affascinante viaggio nel passato.
Tutti gli incontri sono realizzati in collaborazione con Munus, con la Oklahoma University per la strumentazione, con il Liceo Artistico “Piero della Francesca” e gli allievi che seguiranno e documenteranno i vari appuntamenti con video e foto nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro e con Euronics per la promozione.
PERCORRENDO L’ANTICHITÀ 2018-2019 – III edizione
Incontri a ingresso libero fino al 13 aprile 2019
I prossimi appuntamenti:
Sabato 30 marzo 2019, ore 16.30
Sulle tracce del sacro: la romanizzazione in Sardegna
Dolores Tomei Archeologa
Sabato 13 aprile 2019, ore 16.30
Nuovi ritrovamenti archeologici a Firenze
Monica Salvini Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e Anfiteatro romano
Via Margaritone, 10 52100 AREZZO
Tel. 0575-20882
pm-tos.archeoar@cultura.gov.it