Carmignano (PO) – Area archeologica e Tumulo di Montefortini. Apertura straordinaria pomeridiana
Date di apertura
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Fine evento
Giovedì 17 settembre 2020 l Tumulo di Montefortini sarà aperto fino alle 16.30 in continuità con il normale orario antimeridiano.
Vi ricordiamo tutti gli orari di apertura del mese di settembre e le modalità di prenotazione delle visite guidate a pagamento.
Da lunedì a domenica visite guidate esclusivamente su prenotazione, contattando il Museo Archeologico di Artimino ‘Francesco Nicosia’: tel. +39 055 8718124 (lunedì, martedì, giovedì, venerdì: 9.30 – 13.30; sabato e domenica: 9.30 – 13.30; 15.00 – 18.00); e-mail: parcoarcheologico@comune.carmignano.po.it
Settembre 2020
Giovedì 3, 10, 24: ore 9.30 – 12.30
Giovedì 17: ore 9-16.30
Sabato 5 e 26: ore 9.30 – 12.30
Domenica 13: ore 15.00 – 18.00
Venerdì 18: ore 15.00 – 18.00
Ingresso gratuito
Area archeologica di Comeana (PO). Tumuli di Montefortini e Boschetti
via Montefortini, 1 59015 Carmignano (PO)
Info e prenotazioni: Museo Archeologico di Artimino “F. Nicosia” +39 055 8718124
parcoarcheologico@comune.carmignano.po.it
www.parcoarcheologicocarmignano.it
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A pochi minuti dall’abitato di Comeana (PO) si trova l’area archeologica, che comprende il monumentale Tumulo di Montefortini ed il Tumulo dei Boschetti.
Durante il Periodo orientalizzante della civiltà etrusca (fine VIII-inizi VI sec. a. C.), l’area di Carmignano ha conosciuto un intenso sviluppo economico e culturale, testimoniato dagli splendidi esempi di architettura funeraria presenti sul territorio, tra i quali il Tumulo di Montefortini è certamente il più imponente. I lavori di scavo e consolidamento della tomba si sono svolti per alcuni decenni, a partire dal 1966, sotto la direzione di Francesco Nicosia.
La struttura consiste in una collinetta artificiale (tumulo), attualmente conservata per un’altezza di 12 metri, all’interno della quale sono state ricavate due camere funerarie. La più antica è una monumentale tomba circolare (tholos) con un diametro di oltre sette metri, visitabile dall’alto percorrendo un camminamento rialzato che consente di apprezzare da un punto di vista straordinario la copertura “a falsa cupola”, un tempo sorretta dal pilastro centrale ancora in posto. Il ricchissimo corredo funerario recuperato all’interno della tomba (databile intorno al 640-630 a. C.) comprende molti materiali preziosi, come due incensieri di bucchero decorati a traforo, un’eccezionale coppa di vetro turchese e una nutrita serie di oggetti in avorio decorato. Il corredo testimonia le intense relazioni politiche e commerciali che l’aristocrazia locale intesseva con l’area vicino-orientale, anche attraverso la mediazione dei mercanti greci e fenici.
Qualche decennio dopo la sua costruzione parte della copertura della tomba più antica crollò, probabilmente a causa di un sisma, e la stessa famiglia aristocratica decise di costruire una seconda camera funeraria vicina alla precedente, ampliando il tumulo, che adesso ha un diametro massimo conservato di ben 70 metri. Anche questa seconda struttura è straordinariamente conservata ed attualmente visitabile, e comprende un corridoio di accesso (dromos) a cielo aperto, un vestibolo originariamente sigillato da un grande lastrone di chiusura (oggi collocato a lato dell’ingresso) ed una camera rettangolare, entrambi con copertura “a falsa volta”. Anche all’interno di questa tomba vennero recuperati molti oggetti pregevoli, persino di produzione egizia, e monili di argento e oro.
Poco distante dal Tumulo di Montefortini si trova il Tumulo dei Boschetti, parzialmente conservato e liberamente accessibile. Si tratta anche in questo caso di una tomba a tumulo, erosa nella parte sommitale dai secolari lavori agricoli. All’interno di questa struttura era ricavata una camera rettangolare, accuratamente pavimentata e sigillata da un lastrone di pietra. La cella era preceduta da un vestibolo, al quale si accedeva attraverso un corridoio, chiuso a sua volta da un altro grande lastrone di pietra serena, materiale utilizzato anche per la costruzione del resto della tomba. Attualmente l’architettura è conservata per un’altezza massima di 1,25 metri. In questa struttura vennero recuperati diversi materiali di corredo, databili tra il 670 e la metà del VII sec. a. C., tra i quali spiccano certamente anche in questo caso gli oggetti in avorio.
I corredi di tutte e tre le tombe sono attualmente esposti nel vicino Museo Archeologico di Artimino “Francesco Nicosia”.