Firenze – Giardino della Villa medicea di Castello. Riaperta al pubblico la Grotta degli animali restaurata.

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La grande grotta artificiale del Giardino della Villa medicea di Castello, che fa parte del sito Unesco “Ville e giardini medicei in Toscana” dal 2013, una delle realizzazioni più celebri e originali dell’arte fiorentina del Cinquecento e della storia del giardino italiano, riapre al pubblico dopo un lungo ciclo di restauri conservativi.
Tornano interamente visibili le tre grandi nicchie con le vasche marmoree dominate da gruppi scultorei di animali, incorniciate da ricche decorazioni parietali composte da calcareniti, ciotoli di fiume, conchiglie, elementi lapidei e vitrei.
Il restauro è stato presentato giovedì 21 febbraio da Stefano Casciu Direttore del Polo museale della Toscana, Monica Barni Vicepresidente della Regione Toscana e Assessore alla Cultura, Università e Ricerca, Eugenio Giani Presidente Consiglio regionale della Toscana, Valerio Tesi Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, Carolina Massei cda Società Publiacqua Spa, Marco Mozzo Direttore del Giardino della Villa medicea di Castello, accolto dai saluti di Aldo Menichetti Vicepresidente dell’Accademia della Crusca.
Gli interventi hanno portato alla luce parte dell’originale impianto idraulico cinquecentesco e si sono successivamente concentrati sulle superfici decorate, sulla parte esterna della volta della grotta e sulle superfici lapidee della facciata di ingresso, danneggiata da fenomeni di degrado nel corso degli anni. Contemporaneamente è stato realizzato un nuovo impianto idraulico che restituirà in futuro alla grotta il complesso e suggestivo sistema di giochi d’acqua e sonorità che ha incantato i visitatori fin dal XVI secolo. Infine è stata avviata la digitalizzazione della ricca documentazione di restauro prodotta in questi anni di cantiere che confluirà nel sistema informatico SICAR messo a punto dal MiBAC.
I restauri, avviati nel 2012 dall’ex Polo Museale Fiorentino, ripresi nel 2017 con finanziamenti del Ministero per i beni e le attività culturali provenienti dal precedente Istituto e passati al Polo museale della Toscana per un importo complessivo pari a 400.000,00 euro lordi, sono stati ultimati nel settembre 2018. Sono stati eseguiti in collaborazione tra il Polo museale della Toscana e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. Ai finanziamenti ministeriali si è aggiunto anche un contributo erogato in forma di sponsorizzazione da Publiacqua spa, destinato al completamento del restauro della facciata di ingresso alla grotta per un importo pari a 30.000 euro.
Altri fondi, messi a disposizione dalla Regione Toscana tramite il bando POR FESR 2014-2020 (Asse 5, Valorizzazione del patrimonio culturale), sono già a disposizione per portare a compimento il progetto per la realizzazione dell’impianto idraulico di adduzione, recupero e trattamento dell’acqua per il funzionamento dei giochi d’acqua, realizzato in collaborazione tra il Polo museale della Toscana e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, al fine di restituire interamente alla Grotta degli animali la sua iniziale e suggestiva complessità di ‘macchina idraulica’ che nella immagine immortalata da Giorgio Vasari “fa dolcezza nell’udire e bellezza nel vedere”.
“E’ un vero piacere poter riaprire al pubblico la Grotta degli animali liberata da tutti i ponteggi dopo più di vent’anni di attività di cantiere” – dichiara Stefano Casciu, Direttore del Polo museale della Toscana. “Restituire per la prima volta la funzionalità dei giochi d’acqua che hanno rappresentato per secoli la maggiore attrattiva di questo luogo magico è un grande risultato di cui essere fieri, e per il quale desidero ringraziare tutti coloro che nel nostro Ministero e nelle altre istituzioni hanno dato il loro contributo. Riportare nel Giardino di Castello l’acqua e le sue sonorità, elementi insostituibili nella storia dei giardini italiani, è un sogno che si è avverato”.
“Siamo orgogliosi di contribuire all’intervento di restauro della grotta che ha l’obiettivo di valorizzare un sito che fa parte dal 2013 del Patrimonio Mondiale dell’Unesco e come tale riceve dalla Regione cura e attenzione – ha dichiarato Monica Barni, Vicepresidente della Regione Toscana e Assessore alla Cultura – L’obiettivo degli interventi previsti è il miglioramento dell’offerta e lo sviluppo di una rete del sistema delle ville medicee musealizzate, in grado di promuovere la conoscenza e la fruizione integrata del grande patrimonio culturale rinascimentale, con particolare riferimento alle ville meno note. Approfitto di questo evento per ringraziare tutti i protagonisti del restauro odierno”
La Grotta degli animali o del Diluvio, fra le più celebri in Europa, progettata da Niccolò Pericoli detto il Tribolo intorno al 1540, ha un ruolo simbolico centrale nella complessa e straordinaria iconografia del giardino realizzata per esaltare il ruolo pacificatore ed il dominio illuminato sulla Toscana del nuovo governo di Cosimo I de’ Medici.
Il progetto originale si trasformò poi nel corso del Cinquecento, con l’apporto di altri architetti e scultori della corte medicea, tra cui Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammanati e il Giambologna e con successivi interventi e restauri sino alla fine del Settecento. Michel de Montaigne, dopo aver visitato Il Giardino di Castello nel 1580-1581, così descrisse la grotta nel suo “Journal du voyage en Italie“: “In questo luogo, esiste una bella grotta dove, raffigurati al naturale, si vedono animali d’ogni specie che spruzzano l’acqua di dette fontane chi dal becco, chi dalle ali, chi dagli artigli o dalle orecchie o dal naso”.
Il grande ambiente voltato è completamente ricoperto di concrezioni calcaree (spugne) e mosaici di conchiglie e ciottoli di vario colore. Al centro delle pareti sono tre vasche in marmo sormontate da grandi composizioni, quasi dei tableaux vivants, formate da animali europei ed esotici scolpiti in ogni sorta di marmi e pietre, per imitare i colori dei manti e delle pellicce. L’illusione è aumentata dalla presenza in alcuni casi di vere corna. In origine erano presenti anche alcuni volatili in bronzo (poi trasferiti al Museo del Bargello). L’unico animale di fantasia è il bianco unicorno in marmo, simbolo di Castità e di Purezza, al centro della fontana nella parete di fondo. L’acqua scrosciava e sgocciolava dalla volta e dalle pareti, ricadendo nelle vasche delle fontane e quindi negli invasi del pavimento defluendo tramite un sistema di canalette nel giardino verso le altre fontane, con giochi e zampilli elaborati, bagnando le sculture e favorendo la crescita di abbondante vegetazione, secondo un’idea di generazione continua e di combinazione degli elementi. Per quanto riguarda le sculture, sono da riferire al Tribolo le bellissime vasche in marmo bianco con creature marine (pesci, crostacei, conchiglie e coralli), in origine non previste nella grotta: quella di sinistra, autografa, è del 1546-1549; quella di destra si deve probabilmente all’allievo Antonio Lorenzi. La vasca al centro, in breccia medicea, con le tartarughe, è circa del 1570. I gruppi di animali in pietra e in bronzo sono stati qui composti a partire dal 1555-1557, da un’idea di Vasari – attivo a Castello dal 1555 per il completamento delle due fontane principali (di Venere/ Fiorenza e di Ercole e Anteo) e di quella del selvatico, con l’Inverno/Appennino di Ammannati – con sculture eseguite da Antonio Lorenzi, Francesco Ferrucci del Tadda, Bartolomeo Ammannati e Giambologna (questi ultimi soprattutto per gli uccelli in bronzo inseriti nelle pareti). Alcuni animali (come il cinghiale e la cerva) si devono a Innocenzo Spinazzi (1790-1791). Alla fine del Settecento fu anche rifatto il mosaico della volta.
Giardino della Villa di Castello
Via di Castello 47, Località Castello, 50141 Firenze