Direzione regionale musei della Toscana

Firenze – Giardino della Villa medicea di Castello. Visite guidate gratuite al giardino e all’interno della Grotta degli animali.


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Firenze (FI) %u2014 Giardino della Villa di Castello, Niccolò Tribolo, Grotta degli animali, 1536

Date di apertura

Inizio evento
Fine evento

Il 2, 3, 9 e 10 ottobre alle ore 10.00, 12.00, 15.00 e 16.00 un nuovo calendario di visite guidate gratuite a cura del personale e apertura straordinaria della Grotta degli animali. Ingresso libero senza prenotazione fino a esaurimento posti disponibili, max 20 partecipanti per turno. Tutte le visite si svolgeranno nel rispetto delle misure di prevenzione dal rischio di infezione da Covid-19 indicate in dettaglio sulla pagina del museo.

Sarà un viaggio nella storia del primo esempio di giardino rinascimentale all’Italiana, che vanta una eccezionale collezione di agrumi, un “Louvre degli agrumi” con oltre cinquecento piante di importanza storico-botanica unica al mondo discendenti dalle antiche varietà medicee con esemplari di oltre trecento anni di vita. Le piante sono rigorosamente curate secondo le antiche tecniche di coltivazione, esposte all’aperto da aprile a ottobre e ricoverate nel periodo invernale nelle due storiche limonaie.

La visita comprende l’ingresso all’interno della Grotta degli animali o del Diluvio, interamente restaurata e aperta straordinariamente al pubblico. Fra le più celebri in Europa, capolavoro di ingegneria idraulica, progettata da Niccolò Pericoli detto il Tribolo intorno al 1540, ha un ruolo simbolico centrale nella complessa e straordinaria iconografia del giardino realizzata per esaltare il ruolo pacificatore ed il dominio illuminato sulla Toscana del nuovo governo di Cosimo I de’ Medici.

Il progetto originale si trasformò poi nel corso del Cinquecento, con l’apporto di altri architetti e scultori della corte medicea, tra cui Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammanati e il Giambologna e con successivi interventi e restauri sino alla fine del Settecento. Michel de Montaigne nel suo “Journal du voyage en Italie” ne immortalò l’incanto “… raffigurati al naturale, si vedono animali d’ogni specie che spruzzano l’acqua di dette fontane chi dal becco, chi dalle ali, chi dagli artigli o dalle orecchie o dal naso”
Il grande ambiente voltato è completamente ricoperto di concrezioni calcaree (spugne) e mosaici di conchiglie e ciottoli di vario colore. Al centro delle pareti sono tre vasche in marmo sormontate da grandi composizioni, quasi dei tableaux vivants, formate da animali europei ed esotici scolpiti in ogni sorta di marmi e pietre, per imitare i colori dei manti e delle pellicce. In origine erano presenti anche alcuni volatili in bronzo (poi trasferiti al Museo del Bargello). L’unico animale di fantasia è il bianco unicorno in marmo, simbolo di Castità e di Purezza, al centro della fontana nella parete di fondo. L’acqua scrosciava e sgocciolava dalla volta e dalle pareti, ricadendo nelle vasche delle fontane e quindi negli invasi del pavimento defluendo tramite un sistema di canalette nel giardino verso le altre fontane, con giochi e zampilli elaborati, bagnando le sculture e favorendo la crescita di abbondante vegetazione, secondo un’idea di generazione continua e di combinazione degli elementi. Per quanto riguarda le sculture, sono da riferire al Tribolo le bellissime vasche in marmo bianco con creature marine (pesci, crostacei, conchiglie e coralli), in origine non previste nella grotta: quella di sinistra, autografa, è del 1546-1549; quella di destra si deve probabilmente all’allievo Antonio Lorenzi. La vasca al centro, in breccia medicea, con le tartarughe, è del 1570 ca.. I gruppi di animali in pietra e in bronzo sono stati qui composti a partire dal 1555-1557, da un’idea di Vasari – attivo a Castello dal 1555 per il completamento delle due fontane principali (di Venere/ Fiorenza e di Ercole e Anteo) e di quella del selvatico, con l’Inverno/Appennino di Ammannati – con sculture eseguite da Antonio Lorenzi, Francesco Ferrucci del Tadda, Bartolomeo Ammannati e Giambologna (questi ultimi soprattutto per gli uccelli in bronzo inseriti nelle pareti). Alcuni animali (come il cinghiale e la cerva) si devono a Innocenzo Spinazzi (1790-1791).

Giardino della Villa medicea di Castello
Via di Castello, 47  50141 Firenze
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