“Il Giro della Toscana in 49 musei”. 19 – Cenacoli Fiorentini #6 Grande Adagio Popolare di Virgilio Sieni

Date di apertura
Inizio evento
Fine evento
La diciannovesima tappa del “Giro della Toscana in 49 musei” è dedicata ai Cenacoli fiorentini, protagonisti dal 2011 del progetto di Virgilio Sieni Cenacoli Fiorentini_Grande Adagio Popolare, nato per far dialogare la danza con gli affreschi dei grandi maestri del Rinascimento e per valorizzare le peculiarità dei magnifici spazi in cui sono conservate le opere, coniugando in un unico percorso diversi aspetti legati al corpo, alla scoperta del gesto e alla percezione dell’arte.
Il progetto è fondato sull’esperienza dell’Accademia sull’arte del gesto (nata nel 2007), contesto che ha introdotto in campo nazionale e internazionale metodologie inedite di formazione e trasmissione rivolte all’incontro tra professionisti e cittadini: una piattaforma di ricerca e riflessione sui linguaggi del corpo e della danza in relazione al territorio, l’arte, l’individuo e il senso della comunità.
Il Cenacolo di Ognissanti con affreschi di Domenico Ghirlandaio, il Cenacolo di Andrea del Sarto a San Salvi con affreschi di Andrea del Sarto, il Cenacolo di Sant’Apollonia con dipinti di Andrea del Castagno e la Biblioteca di San Marco con la straordinaria architettura di Michelozzo, sono i luoghi in cui gli esiti finali dei percorsi di creazione sono stati anno dopo anno presentati al pubblico.
Ogni azione coreografica è interpretata da danzatori e da non professionisti di varie età, chiamati a costruire un corpus creativo fondato sulla trasmissione. I luoghi accolgono di volta in volta comunità di interpreti organizzati come una folla per una riflessione sul tema dell’aura del luogo in relazione al corpo e al gesto dell’uomo contemporaneo.
Nel 2016 nel Cenacolo di Ognissanti è andato in scena Paesaggio#2.
Buona visione. Seguiteci …
“La grande arte dei Cenacoli Fiorentini e le piccole storie degli uomini s’incontrano in un gesto d’apertura reciproca: lo spazio meditativo dei luoghi si rinnova con la materia del corpo.
Interpreti-cittadini che per loro scelta sono stati chiamati a ripensare col proprio corpo, una nuova postura dell’abitare il mondo.
La cosa più straordinaria è che questi interpreti – con la loro evoluzione espressiva fatta d’incrinature percepite nell’articolazione del movimento, con la gravità sperimentata nei vari tratti del gesto e con l’ascolto delle imperfezioni – hanno la capacità di mutare lo spazio e la qualità della frequentazione di un luogo, rendendolo accogliente e contemporaneo – proprio perché riportato a un grado sottile di ascolto e apertura, al senso del vuoto unitamente alla pienezza della trama gestuale e percettiva dell’abitare il corpo. Un paesaggio di dettagli e tracce dell’umano che rende il tutto come una scoperta meditata e inaspettata: la natura del gesto viene incontro a noi coraggiosamente.
Le azioni coreografiche gettano una luce sul presente, in quanto si avvicinano alla profondità del gesto, qui inteso come scavo che lascia presagire l’avventura nel corpus della nostra storia: esperienza che porta a una invisibile e inedita misura, luogo comune dove confrontarci e fare esperienza. L’azione coreografica diviene il territorio rivoluzionario dell’incontro, che significa pieno spostamento percettivo e apertura alla trasmissione e alla condivisione.
Si potrebbe dire che le azioni sono processi di assimilazione del gesto che continuamente mutano il livello percettivo dell’interprete chiamato a confrontarsi in ogni istante con la natura dell’altro: emerge una mappa emozionale dell’umano, dove l’elemento archeologico del gesto, la storia continuamente ritrovata attraverso il sublime delle articolazioni, ci aiuta a decifrare i sostegni, le pause, gli sguardi, la sospensione, le prese, gli appoggi, le declinazioni, i piegamenti verso l’altro, ovvero i temi di queste azioni coreografiche intese come paesaggi che emergono dalle rovine del nostro tempo.
Le azioni sono dunque cantieri di ricerca, paesaggi che ci illuminano sulla natura e la relazione coi Beni Culturali, sull’uso e la frequentazione dei luoghi per restituirli a una rinnovata frequentazione del cittadino (e del turista, che qui vi trova l’azione del corpo quale laboratorio della figura e della storia). Gli interpreti di queste azioni coreografiche sono cittadini che si formano alla bellezza del corpo per divenire custodi dei luoghi.”
Virgilio Sieni
Cenacolo di Ognissanti
Borgo Ognissanti, 42
Cenacolo di San Salvi
via di San Salvi, 16
Cenacolo di Sant’Apollonia
via XXVII Aprile, 1
Museo di San Marco – Biblioteca monumentale
piazza San Marco, 3