#iorestoacasa e viaggio con “Il Giro della Toscana in 49 musei”. 13 – L’antica città di Cosa. l’Arce, il Foro, le cisterne, le mura e gli scavi tra riprese aeree e ricostruzioni in 3D
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Il Giro della Toscana in 49 musei della Direzione regionale musei della Toscana (già Polo museale della Toscana) aderisce alla campagna #iorestoacasa #litaliachiamo con una rassegna di video, contenuti digitali di repertorio e iniziative del museo diffuso più grande della regione.
La tredicesima tappa è dedicata all’Antica città di Cosa e alle riprese aeree e ricostruzioni in 3D realizzate dall’Università degli Studi di Firenze, dipartimento SAGAS, in collaborazione con la Direzione regionale e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo.
All’Argentario, nel Comune di Orbetello (GR), frazione di Ansedonia, a sud del tombolo di Feniglia, la città romana di Cosa, a picco sul mare e a 114/119 m di altitudine, gode di una posizione geografica di grande suggestione, che consente di spaziare con lo sguardo dalla costa laziale al grossetano e al livornese e di aggiungere, al litorale tirrenico e alle emergenze archeologiche, il fascino di un oliveto storico e dei colori e dei profumi di una macchia mediterranea ancora incontaminata.
Il video documenta alcuni degli aspetti che caratterizzano il sito di Cosa: l’Arce, il Foro, le cisterne, le mura, e le attività di ricerca archeologica dell’Università di Firenze, concessionaria di scavo. Le riprese aree realizzate con il drone hanno permesso di eseguire rilevazioni fotogrammetriche tridimensionali dell’intero sito. Alcuni monumenti sono stati digitalizzati con la tecnica della fotomodellazione e rielaborati con software di modellazione 3D.
In attesa di tornare a visitare il museo e l’area archeologica di persona potrete inoltre continuare a scoprirli sui profili social seguendo il progetto #allascopertadicosa @archeocosa
La colonia di diritto latino, fondata nel 273 a.C., dopo la conquista da parte dei Romani del territorio di Vulci, è racchiusa all’interno di poderose mura in opera poligonale con un perimetro di circa 1500 m, tre porte e numerose torri. Una seconda cinta muraria delimita lo spazio destinato all’acropoli, con un ulteriore apertura verso il porto. La posizione strategica e il carattere di fortezza sono da mettersi in rapporto sia con la minaccia della potenza navale cartaginese (la prima Guerra Punica scoppia nel 264 a.C.) sia con la necessità di tener sotto controllo i territori etruschi di recente conquista, ancora non definitivamente sottomessi. All’interno dello spazio urbano, suddiviso in isolati regolari da una fitta griglia di strade, si trovano l’acropoli, il foro, le terme e le abitazioni dei coloni latini (si calcolano almeno quattromila abitanti). La città controllava un territorio stimato in 55 kmq., suddiviso in piccoli appezzamenti di terreno e intensamente sfruttato per le sue risorse agro-silvo-pastorali e ittiche.
Ai piedi del promontorio su cui sorgeva, tutta l’area fu attrezzata con imponenti infrastrutture portuali, moli e frangiflutti in blocchi di calcare finalizzati sia alla creazione di un ricovero sicuro per le imbarcazioni, sia a evitare l’insabbiamento del porto stesso.
Tra il I sec a.C. e il I sec d.C. scompaiono le piccole proprietà dei coloni a favore di grandi aziende agricole, le villae, che utilizzano manodopera schiavile a basso costo e dispongono di grandi appezzamenti di terreno. Così, mentre la campagna vive in età imperiale un periodo di floridezza, la città inizia un lento ed inesorabile declino.
All’interno dell’area archeologica di Cosa, al di sopra delle strutture perimetrali di domus romane è stato costruito nel 1981 il Museo Nazionale di Cosa, frutto di una collaborazione tra lo Stato Italiano e l’American Academy in Rome, che ha eletto l’antica colonia latina quale luogo privilegiato delle proprie attività di ricerca. Il museo ospita una scelta significativa dei reperti provenienti principalmente dell’Arce, dal Foro e dalle abitazioni private, ma anche dal Porto e dalle necropoli.
Di particolare interesse le decorazioni fittili dei templi sull’Arce, oltre alle esemplificazioni di ceramiche, vetri e oggetti in metallo e in avorio relativi all‘instrumentum domesticum.
Con l’ampliamento del 1997 la superficie espositiva è stata raddoppiata, con l’aggiunta di due nuove sale: la prima è dedicata all’area del porto e ai commerci, oltre che ai rinvenimenti nella necropoli circostante la città; la seconda accoglie invece le testimonianze relative alle fasi di vita più tarde, che documentano la frequentazione di Cosa almeno fino al XV secolo. Completano il percorso espositivo alcuni materiali riferibili ai secoli successivi all’abbandono della città (I secolo a.C., abbandono contemporaneo alla nascita di grandi ville collegate a estesi latifondi), fino alla trasformazione dell’area dell’Arce in guarnigione militare (V-VI sec. d.C.) e al successivo castello, che compare tra i possedimenti dell’Abbazia delle Tre Fontane di Roma (X secolo d.C.), per arrivare a testimonianze del XIII-XIV secolo.
Museo Archeologico Nazionale e Antica Città di Cosa
Via delle Ginestre snc Orbetello – Fraz. Ansedonia – GR
@archeocosa