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Sette musei del Polo della Toscana sono tra i “Musei meno noti. Piccoli ma ricchi di capolavori” protagonisti della nuova campagna di comunicazione e promozione social del Mibact che invita il pubblico a vivere in “Ogni museo un’emozione che ti fa crescere”.
Nel nostro Paese esistono migliaia di piccoli musei che contengono meraviglie tali da farci emozionare ogni volta che ne scopriamo uno e quando entriamo ci troviamo di fronte a grandi opere d’arte che ci lasciano stupiti, che ci fanno crescere come persone e che ci rendono orgogliosi di vivere in questo Paese.
- In Toscana pronti a far vivere nuove emozioni sono a Firenze le quattro Ville medicee del Polo museale tutte a ingresso gratuito Giardino della Villa medicea di Castello, Villa Medicea della Petraia, Villa medicea di Cerreto Guidi e Museo storico della Caccia e del Territorio, Villa medicea di Poggio a Caiano e Museo della Natura Morta; a Chiusi (SI) il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi e a Lucca il Museo Nazionale di Villa Guinigi e il Museo nazionale di Palazzo Mansi.
Testimonial della campagna è il Ritratto di giovinetto di Pontormo una delle opere pittoriche più rilevanti conservate a Lucca, ‘immagine simbolo’ del Museo di Palazzo Mansi, conosciuto in tutto il mondo e in più occasioni esposto in mostre nazionali e internazionali.
L’opera è probabilmente uno dei brani di arte rinascimentale più importanti presenti a Lucca: realizzato dall’eccentrico Jacopo Carucci da Pontormo negli anni più fecondi della sua attività, questo ‘olio su tavola’ per secoli ha fatto parte delle collezioni medicee, approdando a Lucca solo dopo il 1847, quando la città, entrando a far parte del Granducato di Toscana, ottenne da Leopoldo II un numero significativo di dipinti dalle collezioni granducali. Queste opere, oggi conservate al Museo nazionale di Palazzo Mansi, furono donate dal granduca col duplice obiettivo di omaggiare la nuova ‘provincia’ e fiorentinizzarne le evidenze artistiche. E poi c’è l’enigma: da molto tempo la critica discute sulla possibile identità del ‘giovinetto’ e ultimatamente sembra prevalere l’ipotesi che identificherebbe l’effigiato con Alessandro de Medici, detto il “Moro”, contemporaneo dell’artista. Una partita ancora aperta che non fa che aumentare il fascino dell’opera, un velo misterioso sul quale è stata costruita una narrazione, tra immaginazione e realtà documentale.
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Ogni museo un’emozione che ti fa crescere
Direzione regionale musei della Toscana